La Biblioteca Riccardiana di Firenze è un esempio di biblioteca privata signorile. La collezione libraria, ricca di un prezioso patrimonio manoscritto fatto di splendidi codici miniati, si deve ad una delle famiglie più ricche e potenti di Firenze. La particolarità della Riccardiana è inoltre che questo straordinario patrimonio librario è collocato in uno dei palazzi simbolo di Firenze, legato al nascere e al consolidarsi della dinastia dei Medici che i Riccardi acquistarono alla metà del ‘600 e dove collocarono la loro biblioteca.
La biblioteca Riccardiana sorge nel cuore di Firenze, all’interno del palazzo che un tempo era appartenuto ai Medici e che poi fu acquistato dalla famiglia Riccardi. Siamo alla metà del Seicento e mentre fervono i lavori per rendere più fastosa la sobria e austera residenza medicea, i Riccardi progettano uno spazio dove raccogliere tesori manoscritti e librari. Tra gli ori degli affreschi e la preziosità dei legni nasce una biblioteca sul modello delle grandi biblioteche rinascimentali, quelle sognate dagli umanisti e realizzate grazie alla passione e al mecenatismo di nobili famiglie. Un luogo della memoria scritta, in armonia con la migliore tradizione fiorentina, dove il primato politico ed economico doveva coincidere con il primato culturale. I Riccardi diventano così gli ideali continuatori del prestigio e dello stile di vita dei Medici, che avevano scritto la storia della città e della penisola e reso la bella, ricca e colta Firenze una nuova Atene, con personaggi quali Cosimo il Vecchio, il padre della patria, Lorenzo il Magnifico uomo simbolo della civiltà umanistico-rinascimentale, tre papi e due regine di Francia. Nel guscio prezioso del Palazzo che già conteneva un gioiello, la Cappella dei Magi affrescata da Benozzo Gozzoli, vero cuore della residenza, i Riccardi per dare un segno forte della loro presenza realizzano altri due gioielli: la biblioteca messa insieme con gusto raffinato e larghezza di mezzi e la Galleria del primo piano, luogo di ricevimento e di rappresentanza, la cui volta viene splendidamente decorata da Luca Giordano, il pittore napoletano celebre per la tecnica prodigiosa e il segno incantato e luminoso. In seguito al declino economico dei Riccardi nel 1815 la biblioteca, che per volontà dei Riccardi era già da tempo aperta agli studiosi, diventa pubblica. Viene così reso accessibile un patrimonio librario ricco di preziosi manoscritti, di codici miniati, di splendide legature e di rari testi di teatro, di viaggio e di farmacopea.
Francesca Romana de' Angelis