Tra i documenti più importanti dell'Abbazia di Montecassino ci sono le migliaia di pergamene che raccontano la storia dei rapporti tra l’Abbazia e i principi locali o semplici privati. Celebre per il posto che occupa nella storia della lingua italiana è il placito giudicato, una sorta di sentenza – realizzato nel 960 a Capua, sede del principe longobardo, in cui troviamo per la prima volta l’inserzione consapevole di una testimonianza in volgare in un documento di natura giuridica ufficialmente redatto, per il resto, in latino. Si riferisce al contenzioso sviluppatosi intorno a una proprietà, rivendicata dai monaci. L’espressione è: «Sao ko kelle terre per kelle fini, que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti». Qui già il sao (so), che si distingue nettamente dal dialettale saccio, codifica in modo inequivocabile la conseguita consapevolezza di una nuova lingua. I linguisti, i filologi romanzi riconoscono in questo documento la prima vera testimonianza ufficiale del volgare italiano.