La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, con il suo patrimonio di libri, opuscoli, manoscritti, incunaboli, cinquecentine, e autografi, nonché libri digitali, è una delle più importanti biblioteche italiane ed europee.
Il nucleo originario della biblioteca proviene dalle collezioni di Antonio Magliabechi, costituite da circa 30.000 volumi devoluti integralmente, secondo il lascito testamentario del 1714, «a beneficio universale della città di Firenze». Nel 1771 il Granduca Pietro Leopoldo I di Toscana dispose che la Biblioteca Palatina Mediceo Lotaringia, costituita dalle raccolte librarie medicee e lorenesi, fosse unita alla Magliabechiana. Nel tempo si aggiunsero le biblioteche di ordini e corporazioni religiose soppresse a partire dagli anni ‘70 del Settecento da Pietro Leopoldo fino alle soppressioni napoleoniche del 1808. Nel 1861 il ministro Francesco De Sanctis disponeva l’unione della Magliabechiana con la Biblioteca Palatina dando vita alla Biblioteca nazionale di Firenze. Dal 1885 la biblioteca assunse anche l’appellativo di Centrale. Dal 1870 riceve per diritto di stampa una copia di tutto quello che viene pubblicato in Italia. Originariamente la Biblioteca aveva sede, come tutti gli uffici pubblici dell’amministrazione granducale, nel complesso degli Uffizi. Dopo il trasferimento della capitale a Firenze si prese in considerazione l’opportunità di trovare spazi adeguati alla costruzione di una sede propria. Nel 1902, individuata l’area accanto alla chiesa di Santa Croce, fu bandito un concorso per la progettazione; i lavori iniziarono nel 1911 su progetto di Cesare Bazzani, successivamente ampliato da Vincenzo Mazzei e il complesso fu inaugurato il 30 ottobre del 1935. Gli spazi interni sono organizzati secondo due assi che si incrociano nell’ampia e monumentale sala di distribuzione: quello parallelo al fiume con gli uffici, le sale per i periodici e le sale di lettura, di distribuzione e dei cataloghi, e quello che dal portico d’ingresso porta sul retro dove ci sono i magazzini librari. L’impianto fortemente classicheggiante presenta numerosi archi e colonne ed uno scalone monumentale. Il salone di lettura, a pianta rettangolare, è caratterizzato da arcate sorrette da colonne con capitelli ionici. Con l’alluvione di Firenze del 1966, la biblioteca è diventata il simbolo, assieme al Crocifisso di Cimabue del vicino convento di santa Croce, dei danni che può infliggere una catastrofe naturale al patrimonio culturale dell’umanità. Basta pensare al fatto che la Biblioteca Nazionale, tra gli immensi tesori che custodisce, possiede quasi tutti gli autografi di Galileo Galilei esistenti al mondo.