Romeo e Giulietta è un lavoro corale, senza protagonisti assoluti: se la tragedia è, nell'accezione medioevale, la caduta di un grande, re o eroe, questo è dramma borghese con un secolo e mezzo di anticipo, in quanto racconta una sventura a cui prende parte tanta gente comune. Dei ben trentatré parlanti, astutamente distribuiti in modo che possa dar loro vita anche una compagnia di undici o dodici attori abituati a moltiplicarsi (Tebaldo e Paride avevano lo stesso interprete, come Benvolio e Baldassarre, e forse come la Balia e Montecchi padre…), molti si impongono all'attenzione, e con particolare rilievo i due che, quasi inesistenti nelle fonti, Shakespeare sviluppò in modo geniale: la Balia, popolana schietta, chiacchierona, furba e alla lunga cinica e pronta ad adeguarsi a dove soffia il vento; e Mercuzio, l'estroso motteggiatore, l'amico brillante, la cui tirata sulla Regina Mab, che apparentemente nulla ha a che fare con la storia, prepara quasi subliminalmente sia gli spettatori sia Romeo - che fino adesso si è gingillato con la retorica del proprio presunto amore per Rosalino - al devastante ingresso dell'amore vero e della Poesia. Mercuzio, l'unico al di sopra delle parti, ossia non coinvolto nella polverosa faida, è la vita della pièce; quando muore lui la luce più vivida si spegne, e tutto non può che precipitare verso la rovina. Teatro Eliseo in collaborazione con il Teatro Romano di Verona. Verona 27 luglio 2000 - Regia televisiva Maria Teresa de Vito Romeo e Giulietta di W. Shakespeare - regia Maurizio Scaparro Interpreti: MAX MALATESTA, GIOVANNA DI RAUSO, GIACINTO PALMARINI, DONATELLA CECCARELLO, FERNANDO PANNULLO, ENZO TURRIN e con Alessandro Averone, Marco Biaggioli, Francesco Bottai, Emanuele Fortunati, Lorenzo Iacona, Alessandro Panatteri, Maura Plenzio, Massimo Romagnoli, Andrea Trapani. Musica di scena Nicola Piovani, scena Emanuele Luzzati, costumi Guido Fiorato, scenografo assistente Roberto Rebaudengo, coreografie Mariano Brancaccio, maestro d'arme Sal Borgese, luci Mario Carletti