Il prof. Bernhard Palme, direttore del Museo e del Dipartimento dei Papiri, presenta la Collezione dei Papiri, una delle collezioni speciali della Biblioteca Nazionale Austriaca che dispone di circa centottantamila reperti provenienti per lo più dall’Egitto, dove il papiro ha trovato condizioni ottimali per la sua conservazione. La storia della collezione papiracea rimonta al tardo secolo XIX: comincia con il ritrovamento avvenuto tra il 1870 e il 1880 a Fayyum di un certo numero di papiri che furono messi in vendita a Vienna e, con la mediazione dell’orientalista Josef von Karabacek, acquistati dall‘Arciduca Ranieri, furono da lui donati nel 1899 all’Imperatore Francesco Giuseppe per il suo compleanno. Dopo la fine della monarchia asburgica anche questa collezione passò dalla Biblioteca di corte alla Biblioteca Nazionale Austriaca. Questi papiri, che costituiscono una fonte preziosa per conoscere la vita giuridica dell’antichità, coprono circa tremila anni di storia egizia, dal XV secolo avanti Cristo al tardo Medio Evo arabo, ma la maggior parte proviene dal cosiddetto “Millennio papirologico” che si estende dal 300 a. C. al 700 d. C. In questo periodo l’Egitto prima fece parte dell’impero di Alessandro Magno, poi dell’Impero Romano, poi di quello bizantino e infine del Califfato arabo, quindi troviamo documenti scritti prevalentemente in greco, in copto e in arabo, che rispecchiano una storia in cui contadini e artigiani compaiono in primo piano e anche le donne hanno una loro voce che suona per lo più muta nelle altre fonti storiografiche.