Cristina Farnetti dialoga con Paolo Pandolfo, gambista di fama mondiale, sulla scelta di eseguire per viola da gamba la Suite n. 2 e la Suite n. 6 per violoncello solo di Johann S. Bach e lo sollecita a illustrare i passaggi della minuziosa ricostruzione storica dei rapporti tra forme compositive e strumenti musicali che costituiscono la trama delle suites. Paolo Pandolfo ricorda come lo stile di scrittura e la struttura stessa della suite sia profondamente connaturata al repertorio per viola da gamba, strumento principe, insieme al liuto, della musica a corte e nei salotti aristocratici della Francia nella prima metà del Seicento. A fronte di centinaia di suites per viola da gamba, Bach scrive le uniche sei esistenti per violoncello, utilizzando però, genialmente, la scrittura gambistica, polifonica, di uno strumento ormai in declino, per il violoncello che, da basso di accompagnamento, sta proprio in quegli anni acquistando un’autonomia che lo contraddistinguerà sempre più lungo il XVIII secolo e nella musica del regime post-rivoluzionario. Assistiamo al passaggio di testimone tra Ancien e Nouveau Regime. Specularmente, la grammatica musicale trasmessa al violoncello attraverso queste suites rivela tutta la sua ricchezza nella rilettura sapiente che Pandolfo ne dà con lo strumento più antico. «Suonare le Suites per violoncello con la viola da gamba è come risalire un fiume all’indietro, andare verso la fonte, verso la sorgente». La registrazione è stata effettuata in occasione del concerto di Paolo Pandolfo, presso l’Oratorio del Gonfalone il 27 novembre 2014.