Carlo Cecchi introduce alla lettura di Elsa Morante ricordando il giudizio di György Lukács, che considerava "Menzogna e sortilegio" il più grande romanzo italiano del Novecento e mostra alcuni manoscritti custoditi, per volontà dell’autrice nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma: i quarantaquattro quaderni di Menzogna e sortilegio, uscito nel 1948, e i sedici album da disegno, scritti però in senso orizzontale, del romanzo successivo, L’isola di Arturo, del 1957, che vinse il premio Strega ed ebbe un grande successo anche di vendite. Cecchi ricorda che ci fu una lunga pausa tra "L’isola di Arturo" e il libro successivo (La Storia), pausa interrotta dalla raccolta di racconti "Lo scialle andaluso" (1963), e da "Il mondo salvato dai ragazzini" del 1968, un insieme di poemi, stesi su molti album e fogli aggiunti. Uno di questi poemi è in forma drammatica e s’intitola "La serata a Colono". Cecchi ne dà un saggio di lettura. La jazzista Rita Marcotulli suona al pianoforte un brano tratto dal suo repertorio.