«Che cos’è la Divina Commedia? Come si entra in questo libro. Ci sono tantissime porte d’ingresso, si può scegliere una lettura allegorica, una lettura poetica, una lettura teologica, una lettura filosofica, ma tutte queste letture sono comprese dentro la Commedia e nessuna di queste letture esaurisce effettivamente la Commedia.» Il filosofo Gennaro Sasso ricorda che leggere la Divina Commedia è difficile -Francesco Guicciardini si lamentava di non riuscire a comprendere un canto dell’Inferno, consigliatogli da Machiavelli, perché il testo era privo di note - e suggerisce di leggere Dante nel modo più letterale possibile. Tenendo presente il viaggio nell’al di là con le tre tappe fondamentali: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso ma anche la storia di Dante come personaggio. Indagare il modo in cui il poeta muta durante il suo viaggio è una chiave di lettura. Dante nell’Inferno è timoroso, e di fronte ad alcuni personaggi è disposto alla massima comprensione e alla pietà. Piange con Ciacco, nel VI Canto dell’Inferno così come di fronte a Francesca da Rimini era caduto «come corpo morto cade». Verso la fine dell’Inferno invece, Dante sembra diventare lui stesso cattivo, odia e viene ad alterco con alcune anime. Gennaro Sasso ritiene che uno studioso «che abbia il senso della grandezza schiacciante di questo poema deve compiere innanzitutto un atto di modestia critica e filosofica, e cominciare ad affrontarlo punto per punto. Se poi cogliendo qualche punto incominci a intravedersi un insieme, questo sarà stato il risultato dell’analisi svolta, mai il risultato di una pretesa sintesi.»