Lungo un percorso diviso per ambienti, Pasolini entra idealmente in contatto con le borgate e con i personaggi che popolano la sua opera, ricreati e raccontati attraverso i romanzi "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta", e con le immagini dei film "Accattone" e "Uccellacci e uccellini". Lo scrittore incontra i suoi ragazzi «leggeri come stracci» nei luoghi di maggiore convivialità. Da una parte la piazza con i tavolini del bar, fulcro della vita sociale delle periferie romane. Dall'altra il campetto di pallone: basta la presenza di una «palla» e qualsiasi luogo, qualsiasi occasione divengono perfetti per giocare. Sullo sfondo appare la campagna che si sta urbanizzando con i palazzi in costruzione. Dagli spazi esterni si passa a quelli interni attraverso gli archi dell'acquedotto: si entra così nel luogo chiuso e protettivo della casa. A «lunghe camminate in una calda caligine» seguono «lunghi crepuscoli davanti alle carte». L'approdo è il laboratorio dello scrittore tra le carte possedute dalla Biblioteca nazionale, che è stata frequentata dallo stesso Pasolini: oltre ai due romanzi, le tragedie, Passione e ideologia, Il sogno di una cosa, Progetto per un film su San Paolo, La nuova gioventù, La divina mimesis, Lettere luterane. Si tratta di uno dei fondi più importanti posseduti dall'Istituto relativi alla letteratura contemporanea. Le carte di Pasolini, donate dagli eredi nel 1977 e nel 1996, insieme a quelle da lui inviate a Enrico Falqui, presenti nell'archivio del critico, fanno dunque della Biblioteca uno dei più rilevanti luoghi di conservazione delle sue opere, testimoniando appieno la sua poliedrica attività: dalla narrativa alla poesia, dal teatro al cinema, dagli scritti critici agli interventi sui giornali.