Francesco Senatore, docente di storia medievale all'Università “Federico II” di Napoli, racconta la nascita della Città di Cava de' Tirreni dal primo insediamento di contadini e di addetti al Monastero, fondato intorno al 1025 da Alferio. La Badia, grazie a successive concessioni di terre e di diritti, diventa nel corso dell’XI secolo un centro spirituale ed economico dotato di funzioni pubbliche, come l’amministrazione della giustizia e la riscossione delle imposte, creando un vasto indotto nella produzione di beni e servizi. Il suo territorio nel corso dei secoli successivi, XII, XIII e XIV, si popola di tutta una serie di villaggi a carattere prevalentemente rurale, ma abitati anche da borghesi, commercianti, giuristi, uomini d’armi. La Città di Cava de' Tirreni nasce appunto da una federazione di villaggi sotto l’egida di un sindaco, non semplice amministratore, ma procuratore, rappresentante dell’università, cioè della comunità agraria. Il documento capitale della emancipazione della Città di Cava de' Tirreni è il privilegio del 4 settembre 1460 con cui Ferrante d’Aragona ricompensava i Cavesi per i servigi resi alla Corona. Su quel privilegio, che statuiva la possibilità per Cava di commerciare in tutto il Regno senza pagare tasse, si è costruita la tradizione commerciale di cui ancora oggi la Città reca segni evidenti.