Sesta puntata della serie "Una Biblioteca, un Libro". L'Abbazia della SS. Trinità fu fondata nel 1011, in una grotta, da S. Alferio, un asceta di stirpe principesca longobarda, seguace di S. Benedetto da Norcia. La Badia si trova in una delle principali vette dei Monti Lattari che dividono i due golfi di Napoli e Salerno, e sovrastano il panorama della costiera amalfitana. Anche per la bellezza del paesaggio, l’Abbazia era meta del Grand Tour e attirava artisti del calibro di Hackert, Pitloo, Gigante e Palizzi. Durante i secoli, l'Abbazia è divenuta un centro di potere e d’influenza di estrema importanza, con domìni dal Mezzogiorno fino in Terra Santa, arricchendosi di molte opere d'arte di epoche diverse: affreschi, mosaici, sarcofagi, sculture, quadri, codici miniati e oggetti preziosi. L’antica biblioteca raccoglie pergamene, preziosi manoscritti - molti dei quali sapientemente miniati - incunaboli e rare cinquecentine. Tra i codici più importanti ricordiamo la Bibbia visigotica, il codice delle leggi longobarde e il codice dell’VIII sec. delle Etymologiae di Isidoro di Siviglia, in scrittura beneventana. Lo storico Franco Cardini ricorda che le Etymologiae di Isidoro di Siviglia, Patrono di Internet, “sono, in un certo senso, il capostipite dell’enciclopedismo medievale, strettamente legato a quello antico”. In seguito alla legge di soppressione del 7 luglio 1867, l’Abbazia fu dichiarata "Monumento Nazionale" e affidata in custodia pro tempore alla comunità monastica, la cui presenza non è quindi mai venuta meno. Nel 2011, in occasione dei mille anni dalla fondazione, è stato costituito il Comitato Nazionale per la valorizzazione della Badia di Cava de’ Tirreni.