La Biblioteca nazionale centrale di Roma, destinata per statuto a raccogliere e conservare la produzione libraria italiana, come tutte le biblioteche nazionali, rappresenta uno scrigno prezioso dal forte significato simbolico. In ogni paese di solito si ha una sola biblioteca nazionale, noi ne abbiamo due per le vicende storiche della nostra penisola. Nell’Italia preunitara ogni stato aveva biblioteche di questo tipo. Con l’unità d’Italia venne lasciata la denominazione di “nazionale” a 9 biblioteche e definita Nazionale Centrale quella di Firenze. Nel 1876 con Roma capitale venne inaugurata la Biblioteca nazionale centrale di Roma.
La Biblioteca nazionale centrale di Roma è un complesso costruito tra gli anni ’60 e ’70 con materiali innovativi per l’epoca, quali cemento armato, vetro, alluminio e secondo i dettami dell’International Style, una corrente che esprimeva un linguaggio architettonico fuori da ogni regionalismo, internazionale appunto, e che ebbe come maestri i celebri Le Corbusier, Gropius e van der Rohe. Ma non è stata sempre questa la sede della Biblioteca Nazionale che per un secolo, dalla sua istituzione nel 1876 fino al 1975, si trovava nell’ala sinistra dello splendido Palazzo cinquecentesco del Collegio Romano, che già accoglieva la ricchissima Bibliotheca Secreta o Major dei Gesuiti, alla quale si erano aggiunti i fondi manoscritti e a stampa delle biblioteche conventuali dopo la soppressione delle corporazioni religiose del 1873. Dal cuore di Roma rinascimentale dunque la Biblioteca fu trasferita nel 1975 nella zona archeologica dei Castra Pretoria, così detta perché vi si trovavano le caserme dei pretoriani, il principale corpo della guardia imperiale. Collocata in posizione strategica tra la Città universitaria e la stazione Termini, la sede moderna è articolata in 4 corpi: il deposito libri, gli uffici e gli spazi per le mostre, la Sala Conferenze e le 11 sale di lettura che si aprono su un’ampia galleria centrale. La arricchiscono i giardini interni e un anfiteatro. Oggi, grazie anche a doni, lasciti e acquisti, la Biblioteca conta uno straordinario patrimonio, con alcuni esemplari unici in Italia. Bastano poche cifre per rendersi conto dell’importanza dei suoi fondi. Sulle scaffalature dei depositi librari, che si estendono per 112 km lineari, trovano posto 7 milioni di volumi, 8000 manoscritti, 2000 incunaboli, 25.000 edizioni del XVI secolo, 20.000 carte geografiche, 50.000 testate di periodici. A queste collezioni si aggiunge una sezione di archivi privati, manoscritti e carteggi che rappresentano una documentazione preziosa per ricostruire la storia letteraria del Novecento.
Francesca Romana de' Angelis